Conoscere se stesso è forse
l’obbiettivo della vita di ogni individuo: certamente difficoltoso è il
raggiungimento ma non privo di fascino il cammino.
Il solo tentare un percorso
di conoscenza introspettiva apre porte impreviste sopra spazi meravigliosi del
tutto ignoti che, in quanto tali, fanno sorgere immediatamente sentimenti di
diffidenza e di paura, frammisti alla sensazione ipnotica e fascinosa che emana
un’altra dimensione in quanto tale.
Appare subito chiaro che il
penetrare profondamente il proprio io, conoscerlo e quindi poterlo
completamente gestire, costituisce una sensazione molto forte di potenza, di
libertà.
Non sempre la sensazione
corrisponde a verità nell’immediato. Se pur inizialmente si percepisca già un
certo benessere, il passo verso la comprensione di se stessi non è breve, ma
passa attraverso una strada lunga e tortuosa.
La maggior parte degli
uomini vive nell’errata convinzione di conoscersi e nell’illusione di conoscere
gli altri, con i quali intreccia ogni giorno una realtà relazionale, fonte di
gioia e di sofferenza.
Il solo avvicinarsi al
proprio inconscio fa subito intuire quanto siano lontane dalla realtà
determinate convinzioni che si hanno di sé. Anche la relazione con gli altri
rivela un mondo del tutto estraneo e lontano, un mondo che ci si illude di
conoscere ed a volte di possedere.
Potersi dominare e dominare
gli altri, controllare le emozioni e le sofferenze, gestendole, potrebbe essere
il segreto della felicità e certamente lo è per la serenità.
Non è facile penetrare un
mondo irrazionale con gli strumenti della ragione, è ovvio, ma, per quanto si
riesca a trovare la strada di accesso, la paura ne costituisce il primo
ostacolo. Le censure, poi, limitano e frenano il cammino. Il superare gli
impedimenti iniziali, tuttavia, esercita già di per sé una funzione
terapeutica, di benessere.
Conoscere l’inconoscibile di
se stessi è possibile, ma richiede una grande fatica. La razionalità non è un
grande aiuto, anche quando si appoggia a simboli o codici; l’utilizzo di questi,
però, unito a sistemi che appaiono irrazionali, magari forniti dall’inconscio
stesso, può rappresentare invece un vero ausilio.
Imparare ad utilizzare il
linguaggio inconscio, tramite ad esempio la dimensione onirica, cioè
considerare il ruolo che occupa l’istinto nella comunicazione tra conscio ed
inconscio, può essere il primo passo verso la ricchezza di un mondo nuovo.
Quali sono gli impedimenti
alla conoscenza, cioè come possono i simboli comunicare tra razionale ed
irrazionale, tra progresso e tradizione, se queste posizioni sono in conflitto?
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