Mi svegliai di soprassalto, bussavano
alla porta. Alzandomi di scatto, sentii una vertigine al corpo e alla testa.
Aprii la porta dall’interruttore in cima alle scale, e qualcuno la spalancò,
facendo entrare un’immensa luce, accompagnata dal profumo fiorito della
primavera inoltrata.
Con fatica focalizzai una figura in
fondo al fascio di luce. Inaspettato e imprevedibile, un contadino mi chiedeva
di aiutarlo a raccogliere l’uva nel vigneto confinante alla mia proprietà. La richiesta
assurda di quella persona sconosciuta cominciò ad innescare una forte reazione
emotiva.
Risposi che non potevo, e cercavo nella
mente non lucida varie possibilità di scuse da addurre: non so farlo, non ho
tempo, non sto bene, ecc., tranne quella più logica che in primavera l’uva non
è pronta per essere raccolta.
Fu lui allora a dirmi: “Ti starai
chiedendo perché in questa stagione…”, ma non me lo chiedevo, non ci pensavo
neanche.
“Io sono il maestro della vendemmia e
ogni tempo è il tempo della vendemmia”, mi chiuse la porta in faccia e se ne
andò.
Mi svegliai. Ora ero consapevole che era
notte piena. Dalla finestra potevo vedere la luna brillare e sentire ancora il
profumo fiorito di primavera. Per qualche attimo convissero il sogno e la
realtà, e il ricordo del maestro della vendemmia, al quale mi ero rifiutato. Mi
riaddormentai…