L'atto di disubbidienza, di creatività, si innesca
quando l'uomo sulla strada della conoscenza, nel tentativo di ritorno
all'origine, rompe il cordone ombelicale, cioè la situazione statica di energia
(statica potenziale) che egli stesso ha creato (generato); fa ciò attraverso un
movimento brusco, di interruzione.
Il processo innescato dall'energia potenziale
interrotta, ossia trasformata senza che nulla sia cambiato, dà vita al processo
di deificazione dell'uomo di conoscenza.
Questo, come si è detto, accade soprattutto quando
la ramificazione sulla quale si è incanalata l'energia è il ramo d'oro, quella
prescelta da Dio.
Quando l'uomo di conoscenza innesca questo processo,
quando egli è solo contro tutti, poiché diverso da tutti, separato da tutti,
allora solo egli potrà comunicare con l'energia finale, quella che lo porterà
alla fine del processo di deificazione, quella originaria, quella che lo
ricondurrà attraverso lo stesso procedimento alla sua origine primitiva.
L'interruzione è il preliminare del processo di
oggettivazione, di separazione. Per completare questo processo è naturale
passare attraverso una fase di sofferenza, o fase di Saturno; ma il processo di
oggettivazione, che avviene solo a livello fisico con l'interruzione, deve poi,
per essere completato, seguire un iter di progressivo distacco dalla propria
energia. Si tratta di energia prodotta e gestita dall'uomo (sempre
involontariamente), ma, nel caso dell'uomo sulla strada della conoscenza, interviene
il Maestro, così che il processo di gestione di energia diviene conscio, come
diviene conscio (a posteriori) il processo di interruzione.
Questo processo coinvolge l'emotività, è proprio
questa che dà connotazioni di intensa sofferenza al processo di oggettivazione.
Tuttavia se oggettivazione = emotività = sofferenza
allora è pure = crescita, come in un neonato, che non fa altro che oggettivare
ogni movimento, ogni emozione: quando dice "è buono, è bello, è brutto, lo
voglio, non lo voglio" è oggettivazione.
Il concetto che l'uomo di conoscenza ha
dell'emotività non è semplice come può sembrare, poiché egli sa che questa non
solo è un serbatoio di energia, ma è soprattutto un alimentatore di energia, la
quale, controllata consapevolmente, permette ad un occhio attento la gestione
della dinamica naturale.
L'interruzione è un'esplosione che avviene a tutti i
livelli di vita, reale e cosmica. Le conseguenze di questa non sempre sono
visibili, dato che l'energia espressa a volte si manifesta, altre rimane
latente per lungo tempo, pur sortendo necessariamente gli effetti dovuti. Di
conseguenza l'interruzione, l'esplosione, la separazione, possono essere
considerate una fase preliminare, nel senso che essa è preparatoria di una fase
successiva, ove l'energia avrà connotazioni manifeste, sino a raggiungere risultati
percepibili da tutti i sensi.
Il processo di interruzione, tuttavia, è attuato
quando l'energia interrotta è sì trasformata in energia di altro tipo, ma deve
anche essere possibile far ritornare l'energia a quella che era la sua forma iniziale.
Ciò la differenzia dal processo di interruzione che
porta alla concretizzazione materica: infatti la materia non può essere gestita
sino al punto da essere ritrasformata in energia.
L'energia che si trasforma in materia non trova alcuna
opposizione nella fase di Saturno, cioè nella sofferenza, anzi ne è agevolata;
ma l'uomo di conoscenza è interessato solo all'energia che ritorna all'origine,
in quanto prodotta da colui che è senza padre e senza madre.
Costui, cioè, è egli stesso l'origine, nel senso che
l'effetto esiste solo se di esso c'è la causa, poiché nell'armonia universale
(micro e macrocosmica) causa ed effetto sono tutt'uno, ovvero l'effetto è al
tempo stesso causa.
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