La fermezza è l'energia che segue il corso naturale;
quando questa, attraverso il mezzo, è gestita dall'uomo di conoscenza, allora
la fermezza è il rispetto del movimento, cioè della dinamica naturale.
Il movimento altro non è che il percorso del Mago,
che riesce ad essere marziano e poi anche venusiano, quindi saturnino ed ancora
saturnino e venusiano insieme, infine marziano e venusiano insieme.
Riesce, cioè, ad avere tante forme, gestite da Giove
secondo la legge di natura, ed esprimere così tutta la sua sostanza.
Riesce a dare forma all'aria ed essere spiffero o
vento.
Riesce a dare forma al fuoco ed essere scintilla o
fiamma.
Egli è tutt'uno con la natura.
Possiamo considerare Giove, o il Mago, in perfetto
movimento, cioè in armonia con la natura, quando egli è fermo, quando legifera
sulla natura tramite le leggi della natura, ossia quando il suo movimento e
quello naturale sono tutt'uno.
L'energia
non finalizzata si finalizza quando è in movimento, proprio perché, per il movimento,
essa deve per forza assumere una forma: il suo movimento è l'essere energia e
poi l'essere forma, l'essere energia non finalizzata e poi l'essere energia che
è già stata finalizzata.
L'energia, infatti, è
energia in quanto in sé contiene la spinta a formarsi, a diventare. Il
movimento dell'energia, quindi, è il divenire, questa è la sua funzione nel
complesso degli elementi che costituiscono il sistema.
Poiché
in essa è la spinta solo a divenire e non a cosa divenire, allora essa, subdola
ed irrequieta, cercherà di divenire qualsiasi cosa purché il suo stato muti,
purché finalizzi la sua potenzialità.
Per questo l'uomo di conoscenza, il cui compito sarà
quello di impedire che l'energia, che Venere, vada con chiunque, in qualsiasi
momento troverà difficoltoso gestire, poiché per lui gestire significherà
dapprima soffocare. Soffocando la trasformazione dell'energia nelle forme più
basse agevolerà (oltre all'accumulo) la trasformazione di essa nelle forme più
alte.
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