giovedì 10 maggio 2012

La forza e la forma. II


La fermezza è l'energia che segue il corso naturale; quando questa, attraverso il mezzo, è gestita dall'uomo di conoscenza, allora la fermezza è il rispetto del movimento, cioè della dinamica naturale.
Il movimento altro non è che il percorso del Mago, che riesce ad essere marziano e poi anche venusiano, quindi saturnino ed ancora saturnino e venusiano insieme, infine marziano e venusiano insieme.

Riesce, cioè, ad avere tante forme, gestite da Giove secondo la legge di natura, ed esprimere così tutta la sua sostanza.
Riesce a dare forma all'aria ed essere spiffero o vento.
Riesce a dare forma al fuoco ed essere scintilla o fiamma.
Egli è tutt'uno con la natura.
Possiamo considerare Giove, o il Mago, in perfetto movimento, cioè in armonia con la natura, quando egli è fermo, quando legifera sulla natura tramite le leggi della natura, ossia quando il suo movimento e quello naturale sono tutt'uno.
L'energia non finalizzata si finalizza quando è in movimento, proprio perché, per il movimento, essa deve per forza assumere una forma: il suo movimento è l'essere energia e poi l'essere forma, l'essere energia non finalizzata e poi l'essere energia che è già stata finalizzata.
L'energia, infatti, è energia in quanto in sé contiene la spinta a formarsi, a diventare. Il movimento dell'energia, quindi, è il divenire, questa è la sua funzione nel complesso degli elementi che costituiscono il sistema.
Poiché in essa è la spinta solo a divenire e non a cosa divenire, allora essa, subdola ed irrequieta, cercherà di divenire qualsiasi cosa purché il suo stato muti, purché finalizzi la sua potenzialità.
Per questo l'uomo di conoscenza, il cui compito sarà quello di impedire che l'energia, che Venere, vada con chiunque, in qualsiasi momento troverà difficoltoso gestire, poiché per lui gestire significherà dapprima soffocare. Soffocando la trasformazione dell'energia nelle forme più basse agevolerà (oltre all'accumulo) la trasformazione di essa nelle forme più alte.

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