sabato 14 aprile 2012

Requisiti per la conoscenza. II


E’ evidente, però, una netta separazione tra tutto ciò che non è scienza, che è praticamente indefinibile e tutto ciò che è scienza. Questa netta spaccatura, naturalmente e ovviamente, non può che creare disarmonia, così che tutto ciò che non può essere spiegato scientificamente, non essendovi la scienza ancora giunta, si nasconde dietro la magia.

Al contrario dedicarsi all’inconscio, al mistero della vita, è vero che forse non richiede titoli che si acquisiscono in anni di studio, ma richiede la vita intera. Chi si propone lo studio del mistero deve assumere una posizione speculativa, poiché ogni piccolo evento, ogni attimo va vissuto con una visione diversa e profonda dell’esistenza, a volte ricca di soddisfazioni, ma spesso di grande sofferenza.
Richiede l’umiltà che accompagna l’apprendimento delle cose misteriose, richiede la dedizione e la passione, tutti elementi che possono essere non necessari per vivere una vita comune. (Anche l’uomo comune sente il mistero della vita nelle più piccole cose, anzi oggi paradossalmente tende a vederlo anche ove non c'è.).
Richiederebbe, quindi, un grande equilibrio ed un’immensa apertura mentale poter ammettere che, di fianco e di pari passo alla scienza esiste un altro mondo, di eguale valore, che è il mondo sconosciuto. Quanto più la scienza progredisce, tanto più esplica questa verità.
La scoperta recente della mappa del sistema genetico umano fa riflettere. Si esclude, pur studiando i geni, l’importanza dei fattori esogeni; quanto influiscano matericamente cioè sull’individuo la famiglia, il luogo, la società o, ancor di più, quanto influiscano sulla psiche.
Non è forse corretto pensare che anche la psiche sia composta da codici e da simboli che, purtroppo, con il microscopio non possono essere letti?
Non è forse la stessa cosa dire che il codice della psiche è il destino scritto, e non è forse concepibile che questo sia complementare al codice materico tanto da interagire con quello, annullarne alcuni effetti e sublimarne altri?
Quindi è l’armonia, è l’equilibrio che fa si che l’interazione tra i due aspetti, quello materico e quello psichico, siano liberi e si evolvano naturalmente, senza traumi e senza incidenti di percorso.
Questo può avvenire solo se si dà un giusto valore alla vita, ai piccoli aspetti di ogni giorno che, insieme, determinano un grande ciclo. 

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