Che significa, viene da pensare, vivere intensamente
la sofferenza?
L’uomo nevrotico è vittima della lotta, del
conflitto fra due termini che sembrano opposti e che non riesce a far
convivere: allora esercita delle censure, magari stratificate a tal punto da
perdere completamente la verità. Egli, come abbiamo già detto, è ciò che tende
ad essere, ossia ciò che si impone di essere, perché ha deciso di essere quel
solo aspetto ed ha eliminato il suo opposto, credendo di eliminare così la
sofferenza.
Invece si ritrova a spendere molte energie per impedire qualcosa che non accetta e ad odiare nell’altro ciò che di sé rifiuta. La disarmonia, la nevrosi, può così sfociare in un comportamento asociale a sfondo patologico.
Invece si ritrova a spendere molte energie per impedire qualcosa che non accetta e ad odiare nell’altro ciò che di sé rifiuta. La disarmonia, la nevrosi, può così sfociare in un comportamento asociale a sfondo patologico.
Essere… o non essere. E' il problema.
Se sia meglio
per l'anima soffrire
oltraggi di
fortuna, sassi e dardi,
o prendere
l'armi contro questi guai
e opporvisi e
distruggerli. Morire,
dormire… nulla
più. E dirsi così
con un sonno
che noi mettiamo fine
al crepacuore
ed alle mille ingiurie
naturali,
retaggio della carne!
Vivere intensamente è accettare, ma non con
passività, è lottare attivamente per riemergere dall'abisso del dubbio e dell'ignoto;
non farsi trascinare, ma essere presenti a se stessi, individuando il dolore,
guardandolo in faccia.
Essere è vedere, sentire, annusare, percepire.
Essere, se non con tutti i sensi, non sarebbe
essere.
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