venerdì 16 marzo 2012

Il destino


Il destino è scritto e questo è naturale addirittura pensarlo, come è naturale pensare che è quasi illeggibile; ma ognuno può percepire il proprio, intuirlo, in base alle esperienze di vita. Il luogo in cui si è nati, l’habitat sociale, la famiglia ed altro possono aiutare a leggerlo e, più di ogni altra cosa, la vocazione, ossia ciò che dentro preme.
Che lo si intuisca o no, comunque, lo si segue e ciò che fa la differenza è l’intuito, chi ne stabilisce il livello è l’intelletto.

L’intuito permette di realizzare il proprio destino a livelli alti o bassi, in proporzione alla sua forza.
Quello che è scritto non è così chiaro come si può pensare, non solo, ma è soggetto a mutamenti.
Il destino è immaginabile come un libro, scritto capitolo per capitolo, di cui solo i titoli ci sono, il resto è da scrivere. Sarà poi l’intuito, l’intelligenza, l’amore per il prossimo e per la vita a scrivere il resto.
Ci può essere la tendenza per un particolare aspetto della vita, ciò è intuibile; ma è altrettanto vero che può essere ignorato, ostacolato da se stessi per paura. E’ il caso in cui il destino si realizzerà comunque, ma a livelli molto bassi.
Il destino di un uomo si realizzerà a livelli bassi quando, dopo la sua morte, non lascerà nulla agli altri, verrà come cancellato, non avendo tramandato nulla di spirituale. Il suo spirito rimarrà come un qualcosa di piccolo ed impercettibile, non sarà uno spirito “intelligente” (Rol).
Dallo spirito intelligente altre persone prendono e costruiscono: è esemplare lo spirito di un matematico, di uno scienziato, di un artista, ecc. Chi ha l’intuito, che è una forma di intelligenza molto forte ed istintiva, tale da leggere il proprio destino, certamente avrà la capacità di costruirsi l’intelletto per tramandare al mondo lo spirito intelligente.

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