E’ noto che l’accesso alla via della conoscenza non
può prescindere dalla pulizia interiore.
Ciò che permette che questo avvenga e
ciò che può ostacolare l’ingresso alla strada è l’intelligenza, ossia la
forma di questa.
Tutti gli uomini sono dotati di intelligenza, anche
se la maggior parte di questi utilizza quella materica, terrena, spicciola
nonché spuria: la furbizia.
L’intelligenza, al massimo della sua espressione,
quando è intelletto puro, spalanca le porte della conoscenza.
Nella sua minima espressione, quando è furbizia, le sbarra.
Nella sua minima espressione, quando è furbizia, le sbarra.
La prima rappresenta l’apertura della mente e fa
entrare e uscire tutto ciò che è esistente. L’altra è chiusura e non permette
alcuno scambio né crescita. La differenza sostanziale, tuttavia, è che
l’intelligenza con il tempo aumenta, cresce, si moltiplica; la furbizia tende
ad impoverirsi, a deperire, perché è materia.
Chi esercita la furbizia non si accorge del suo
impoverimento, dovrebbe essere dotato di intelligenza per fare ciò e se facesse
ciò non userebbe la furbizia, che rimarrebbe lì più a lungo, non si
consumerebbe in fretta e la userebbe nei casi della vita in cui è necessario
usarla.
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