“Comandare alla natura obbedendo alla natura” (Bacone), era la formula che più di altre rendeva il progetto dell’alchimia.
La saggezza, tuttavia, non può considerare separate
la natura dalla psiche; è quindi il “comandare alla psiche obbedendo alla
psiche” che può ancor meglio spiegare il progetto degli alchimisti, i quali,
comunque, non utilizzavano ancora il termine psiche.
Così come la natura, la psiche dell’uomo è
costituita da forze contraddittorie, conflittuali, di bene e di male che la
disturbano ma che la tengono di più in vita, producendo energia e azione.
Nel conflitto naturale, le catastrofi climatiche ed
il sole delle giornate serene partecipano alla totalità della natura, ad un equilibrio
armonico che rappresenta la sua evoluzione. Così pure è per la natura umana: le
forze misteriose, inconsce, conflittuali e contraddittorie, a volte bloccate,
nevrotiche o malate, tendono però naturalmente alla totalità, ossia all’unità,
all’armonia.
Riuscire perciò a conoscere e far vibrare queste forze, per quanto opposte,
contraddittorie e, a volte, pure non piacevoli e degne di censura, significa iniziare a metterle in relazione per armonizzarle.
L’armonia degli opposti, nella misteriosa natura
umana, certamente porterebbe all’oro: non di oro materico qui si tratta, ma
dell’oro della saggio, di colui che è consapevole di essere parte dell’unità,
che tende all’unità.
Ecco perché saggia fu l’intenzione dell’alchimista
di separare gli elementi, uno ad uno, dal caos: per conoscerli e coagularli
dopo ai fini di un ordine.
Non è forse questo processo simile alla creazione
divina?
L’incesto
edipico, utilizzato giustamente dalla psicanalisi nel processo di conoscenza
della psiche, altro non è che le nozze
chimiche o alchemiche.
Gli alchimisti, infatti, rappresentarono l’unione
degli opposti come la più grande trasgressione alla legge, quale è l’incesto,
proprio perché così, più che in altri modi, si potesse rendere il concetto di
unione di forze contrarie.
Questo simbolo alchemico, inoltre, è pure il simbolo
archetipico dell’inconscio collettivo di ogni razza, narrato anche dalla
mitologia; infatti esprime la più forte, illegale e violenta attrazione di due
termini opposti, che pure lottano per rimanere opposti.
L’incesto è una dei reati esercitati più a lungo.
Appare chiaro che anche ciò che è trasgressione
entra nel ballo della totalità, cosi come entra il male opposto del bene. Ciò è
scritto nell’inconscio collettivo e ciò l’alchimia lo ha letto, ma l'umanità
ancora tende a dare il nome del diavolo, a distaccare e disarmonizzare.
Le nozze
alchemiche del Sole e della Luna, lo zolfo ed il sale,
individuano un archetipico concetto di unione ed armonizzazione degli
opposti a cui
la natura tende
irrimediabilmente, ma pure conflittualmente.
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