giovedì 29 marzo 2012

La pietra filosofale II


In realtà, oggi, più che di scienza, si dovrebbe parlare di scientismo, come degradazione della scienza e ancor più degli scienziati. Alcuni di questi, infatti, sono diventati arroganti e presuntuosi, sono ad un passo dall'identificarsi con Dio. Conseguentemente si assiste al maghismo, fenomeno polare allo scientismo che, per quanto la magia sia un evento di natura, non è tuttavia positivo per l'uomo che non cerca di capire e di riprendere la forma mentis dello scienziato d'altri tempi, cioè dubbio e sete di conoscenza, poiché solo il dubbio
sistematico dà e porta prima o poi alla verità.

La scienza e la medicina sono alla ricerca di un’armonia che non potrà mai essere raggiunta perché è intesa come perfezione fisica, materica. In realtà l’armonia è una convivenza, una corrispondenza di equilibri, lontani dalla perfezione statica. Non esiste, infatti, un manuale che dia le regole per la perfezione, che è staticità, è morte; così che si cade anche qui nel perfezionismo, cioè nella maniacale ricerca di morte, di assenza di vita.
Ben venga, quindi, la possibilità di conoscere le emozioni, i difetti umani, non perché debbano essere poi eliminati, ma perché ad essi sempre corrisponderà un opposto pronto ad armonizzarsi.
L’alchimia è stata fraintesa ed è ancora oggi assimilata a semplice precorritrice della chimica. Niente di più erroneo ha fatto la storia perché essa, invece, era il metodo del mistero, un insieme di simboli che miravano a svelarlo e che tutto comprendeva, quindi anche la chimica.
Grande merito ebbe Jung, che scoprì nell’alchimia un linguaggio simbolico che adiaceva perfettamente ai movimenti della psiche o, meglio, dello spirito.
L’alchimia, nel suo tendere all’armonia degli opposti, alla fabbricazione dell’oro filosofico, altro non faceva che adoperare simboli presenti nell’inconscio individuale e collettivo.
L’arte spirituale quindi, di grande importanza, si conciliava con quella  materiale,   nella   quale  l’alchimia   spesso  falliva,  ma che, per corrispondenza ed assonanza, nell’inconscio, invece, tutt’altro che fallimentare, compiva operazioni di sensibilizzazione, di vibrazione e quindi di sublimazione.
L’alchimia, in definitiva, può essere paragonata ad un’arte istintiva che tendeva ad individuare le forze opposte della natura, quindi dello spirito umano, per poi armonizzarle.

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