martedì 27 marzo 2012

La pietra filosofale I


Dalle domande sull'essenza, sul fine e sull'origine che tutti gli uomini si pongono nei momenti particolari della loro vita, nei momenti cioè di solitudine o di grande sofferenza, ossia quando la percezione è più forte, dipende il resto dell'esistenza. Sono gli eterni interrogativi a cui tutti i filosofi, nel passato, hanno cercato di dare risposte.

Oggi ci provano gli scienziati, ma non si prevede un esito migliore, almeno sino a quando l’uomo continuerà a cercarli fuori di sé.

Saper rispondere a queste domande, trovare la pietra filosofale tanto agognata dagli alchimisti, significherebbe avere il potere sulla vita, risolvere tutti i problemi. In realtà il benessere, la risoluzione di tutti i problemi, è conseguenza non delle risposte trovate bensì di quelle cercate onestamente dentro di sé, poiché allora ogni passo sarà ricco di scoperte insospettate.
Gli alchimisti cercavano l’oro invisibile in risposte interiori: tramite i simboli alchemici l’uomo poteva comunicare con il suo mondo interiore e trovare risposte che erano certamente lontane dalla razionalità, dalla cultura, dalla ragione.
Questi simboli, che trattano di sostanze che la natura offre concrete ed esistenti, in base alla legge delle corrispondenze, parlano dell’io  inconscio e  dell’uomo-sole che governano i meccanismi della psiche, così come il sale e lo zolfo governano i meccanismi  naturali.
L’alchimia, oggi, è l’arte di pochi poiché è stata sostituita dalla scienza ed in questa è stata riposta troppa fiducia.
La scienza, tuttavia, non ha il contatto con l’interiorità dell’uomo e non risponde alla legge delle corrispondenze, secondo la quale l’universo e l’uomo armonicamente convivono, corrispondono e dove nulla è casuale.

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