Ogni
giorno, ogni individuo vive la sua vita fatta di abitudini, di consuetudini che
ha iniziato a costruirsi dal momento in cui è venuto al mondo. Diviene egli
stesso un elemento del sistema che in parte ha costruito lui, in parte ha
trovato: una regola in un complesso di regole, un comportamento in un insieme
di comportamenti.
Quando
ci si ferma a riflettere, è facile rendersi conto che il sistema di cui si
parla è un sistema difensivo, è un sistema di protezione che limita il pensiero,
la riflessione, la libertà, perciò allevia la sofferenza.
La vita
è ben oltre la materia ed il contingente che circonda tutti, è qualcosa senza
confini; è perciò impossibile da conoscere tutta intera. Essa è
fondamentalmente sconosciuta e misteriosa ed è fonte di grande paura, di grande
insicurezza, come un grande respiro che fa girare la testa e perdere
l’equilibrio, come un sorso abbondante di alcol che fa allentare i freni.
La vita
non è il tutto qui visibile, è anche questo ma è molto di più e tutto
quello che è di più lo si può percepire solo da ciò che è qui visibile, abbattendo ed annullando per un momento il qui
visibile che è ostacolo e necessità al tempo stesso per entrare nel mistero
della vita.
La vita
di ogni giorno è, quindi, freno e mezzo al tempo stesso per entrare nel mistero
universale.
Il
sistema difensivo entra in azione non appena l’uomo comincia a relazionare la
vita, non appena si affaccia la paura, non appena si relaziona con un altro
individuo. Il prossimo diviene subito l’elemento del sistema come mostro da
combattere, come gigante dal quale difendersi con tutti gli strumenti che la
società fornisce e con altri che man mano si costruisce.
Nessun commento:
Posta un commento