domenica 29 aprile 2012

Il ramo d'oro


Il simbolo non è uno strumento conoscibile, così come non lo è il linguaggio per il bambino che comincia ad adoperarlo. Quello è la manifestazione di ciò che è dentro, dell'origine, dell'inconscio; è qualcosa di incomprensibile all'uomo che è sveglio e solo durante il sonno della mente esso si manifesta. Come il sogno che, una volta svegli, non si ricorda subito ma ha scritto profondamente sulla psiche, così il simbolo suscita dall'inconscio le reazioni e le azioni alle quali è strettamente collegato.
Come il sogno, manifestazione libera dell'inconscio, torna all'acqua originaria attraverso il contatto con l'uomo, così il simbolo porta l'origine a lui, fornendo l'energia che la Grande Opera richiede.

Le strade offerte all'uomo perché si evolva e cresca sono tante quanto le ramificazioni di un albero: ma uno solo dei suoi rami sarà prezioso, sarà d'oro. Su quello si apposterà il serpente per insinuare il dubbio.
La strada, pure, sarà preziosa quando presenterà un pericolo evidente, un ostacolo che porta al dubbio.
La strada della crescita spirituale, in fondo, è facile da identificare: è la più difficile, è quella che toglie all'uomo le certezze e le sicurezze, gettandolo nel baratro del mistero e dell'ignoto.
Sulla strada dello spirito non si incontrano animali pericolosi e feroci, non il pericolo manifesto e forte, ma quello nascosto e velenoso della Luna: lì si incontra l'immaginazione e la forza di questa, la follia e la sua debolezza. L'uomo lì proietta la sua assenza di vertebre.

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