lunedì 16 aprile 2012

Necessità della comunicazione.II


Così come è in alto così è in basso è il significato profondo di ciò, ma si può anche dire come è dentro così è anche fuori. L'incapacità a vedere nella globalità le varie manifestazioni porta a vederle differenti.
Antichi filosofi hanno usato il linguaggio simbolico, come la mitologia, per esprimere ciò che superava la portata delle parole.
Tanto più profondo è ciò che si vuole esprimere, tanto più occorre appoggiarsi a simboli (parabola).

Perciò anche uno scritto che si assume l’analogia e l’assonanza, al di là delle parole, adotta simboli che non chiunque coglierebbe, perché profondi, ma solo chi si sintonizzasse su una visione altrettanto profonda della vita.
Ciò non vuol dire, però, che non possano lasciare il segno in chiunque. La differenza è, appunto, nell'essere consapevoli o meno.
Un racconto facile e banale, come una favola, può invece nascondere simboli che incidono profondamente, ma che nel comune stato di ragione e coscienza non vengono riconosciuti.
I simboli sono quindi uno strumento per conoscere l’inconscio perché sono lo strumento che l’inconscio stesso utilizza per esprimersi, sono una libera manifestazione naturale, più raffinata, più profonda e più complessa della parola, ma anche più armonica dell'animo umano.
Sono simboli i suoni, i colori, le immagini, determinate parole ed altro, tutto ciò che non si può catalogare. E’ evidente, comunque, che con le parole è difficile esprimere appieno il concetto di simbolo perché occorrerebbe appunto il linguaggio simbolico per farlo.
Capire il simbolo richiede d’altronde un alto grado di sensibilità e di allenamento. Tutti si è vissuti dai simboli, continuamente e quotidianamente, senza essere pronti ad ascoltarli, ossia a comunicare con l'inconscio; anzi la tendenza è il più delle volte di soffocarli. I profumi sono simboli, infatti  tramite essi si può arrivare all’inconscio, come pure tramite i colori, le vibrazioni dei quali tutti fanno finta di non ravvisarne la potenza. Anche nelle azioni quotidiane e banali si sceglie un colore piuttosto che un altro, quasi che terapeuticamente si voglia gestire l'umore. Ciò avviene nella massima inconsapevolezza, perché la scienza non ancora adotta appieno il potere del colore o del profumo o del suono.
Si può dire senza remore che la scienza ha agevolato in molti campi il benessere dell’uomo, ma, in un certo senso, gli ha negato la libera manifestazione istintiva, la libertà di comunicare, fuori dagli schemi imposti, tutto il complesso mondo interiore.
Il risultato è che spesso questo avviene comunque, ma traumaticamente. 

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