mercoledì 18 aprile 2012

Necessità della conoscenza. I


C’è un vero e proprio meccanismo che conduce alla conoscenza di se stessi, intesa in senso profondo, che ovviamente si basa sulla relazione con l’altro. Questo meccanismo è uguale a quello del sogno, ma si attua anche in stato di veglia.
Nel sogno, infatti, colui che sogna è come se si trasformasse in Dio, in quanto crea gli uomini e le relazioni tra quelli; li fa muovere ma, per quanto egli stesso li abbia creati, non sempre quelli si muovono come gli aggrada.

Pari al sogno è il mito degli Dei: anche lì l’uomo crea, ma pure quelli a volte si muovono dispiacendolo.
Il fatto che i personaggi del sogno, così come gli Dei, dispiacciano all’uomo significa che è in atto una relazione emotiva. Ossia, come avviene nella realtà, ogni volta che un individuo si relaziona (crea) con un altro emotivamente, applica, senza rendersene conto, la teoria del frammento, cioè si sente "uno" e nell’altro vede solo uno o due o tre aspetti della totalità.
Non è difficile accettare il fatto che ogni uomo, quando si relaziona emotivamente con l’altro, è più teso a sentirsi Dio più che accettarsi come un frammento, a meno che non abbia già intrapreso la strada della conoscenza. 

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